IL MONDO CHE NON VOGLIAMO !

Ecco il nostro lavoro su “I diritti dei bambini“

E’ un argomento che ci sta a cuore e  frequentando l’ultimo anno della scuola primaria, abbiamo pensato di preparare un pannello dipinto da noi, da lasciare ai futuri alunni della nostra scuola in modo che tutti sappiano che esistono i diritti che si devono rispettare e far rispettare.

Abbiamo letto con le nostre insegnanti la Carta dei Diritti dei bambini.

Non è stato facile scegliere di rappresentarne solo  tre, ma dopo esserci confrontati, abbiamo deciso.

E’ stato davvero bello progettare, preparare gli schizzi, prendere le misure e scegliere i colori tutti insieme!

Nel primo spazio a sinistra abbiamo rappresentato l’articolo 19:

Nessuno deve farti del male in nessun modo. Gli adulti devono assicurarsi che tu sia protetto da abusi, violenze o negligenze. Nemmeno i tuoi genitori hanno il diritto di farti del male.

Abbiamo disegnato una bambina rannicchiata, la modella è la nostra compagna Elena, che piange silenziosamente. Le sue lacrime, cadendo, formano un cuore spezzato.

Nello spazio centrale abbiamo rappresentato l’articolo 6 :

“Tutti devono riconoscere che hai il diritto di vivere”, disegnando due mani che, aprendosi, liberano una farfalla che così potrà volare .

 Nello spazio a destra abbiamo rappresentato l’articolo 29 :

Lo scopo della tua istruzione è di sviluppare al meglio la tua personalità, i tuoi talenti e le tue capacità mentali e fisiche. L‘istruzione deve anche prepararti a vivere in maniera responsabile e pacifica, in una società libera, nel rispetto dei diritti degli altri e nel rispetto dell’ ambiente.

In questo caso abbiamo disegnato due bambini che, grazie all’ istruzione, possono camminare  verso il loro futuro.

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In questi tre anni di guerra civile in Siria sono morti oltre 10.000 bambini.
Oltre un milione vive sotto assedio in zone dove anche le organizzazioni umanitarie non possono accedere. E proprio in queste aree molti giovani vengono reclutati per combattere.         
     "Una generazione rischia di andare perduta per sempre"
Questa è la denuncia mossa delle agenzie Unicef e Save the children : sono un milione e duecentomila i bambini che oggi vivono come rifugiati nei paesi ospitanti, di cui quasi mezzo milione solo in Libano, mentre 37mila bambini rifugiati sono nati dall'inizio del conflitto. Quasi 3 milioni di bambini non stanno frequentando le lezioni e un quinto delle scuole in Siria è stato distrutto, danneggiato o utilizzato per scopi militari. 
Banksy e il professor Stephen Hawking si sono impegnati per questi bambini :

Questi scatti sono simili a urla di rabbia. Sembrano voler gridare "Non toccate quei bambini". Il ring, le corde, gli angoli, il denaro, i trofei. E' tutto più grande di loro, bambini di appena sei anni costretti a combattere per alimentare il giro delle scommesse o per intrattenere i turisti.

Sono i "lottatori bambini" della Thailandia. Con queste drammatiche foto in bianco e nero, la fotografa tedesca Sandra Hoyn ha documentato lo stress fisico e mentale cui sono sottoposti i baby lottatori, "in un paese - scrive la Hoyn - dove non esiste un'età minima per partecipare agli incontri".

Un atto d'accusa e di amore in difesa dell'infanzia negata che condividiamo.

Noi alunni di classe quinta abbiamo guardato e commentato queste foto tutti insieme. Ecco i nostri pensieri ... 

q  Penso a me ... che se chiedo qualcosa cercano di darmelo subito ...

q  La bambina all’angolo del ring avrà 5 anni, è sconvolta e si chiede:

“Cosa ci faccio qui? Perché devo combattere?”

q  ... devono lottare anche contro gli amici…

q  I bambini sono persone che devono sostenere il mondo in futuro,

quindi non bisogna metterli K.O.

q  Se noi fossimo nati in quel paese avremmo avuto la stessa vita.

La foto che secondo me è più spregevole è quella dell’adulto che dovrebbe proteggere il bambino, invece lo spinge a massacrare l’avversario

q  Io se fossi al loro posto non reggerei più di tanto e penserei che la vita è la cosa più brutta in assoluto.

q  Sono pieni di brutti pensieri.

q  Per me quel bambino che ha vinto è triste, sembra che si senta in colpa per aver fatto male agli altri.